sabato 22 maggio 2021

Parole e memorizzazione

1.1.2


 

Le parole aiutano a memorizzare. Soprattutto gli slogan. Vale nel marketing e vale nella politica.


Quanto devono alcune aziende a uno slogan azzeccato? Pensateci.


Sembra che gli slogan fatti di tre parole siano quelli che funzionano meglio. Meglio ancora se una delle tre parole è il nome dell'azienda.


  • Nespresso: what else?

  • Altissima, Purissima, Levissima

  • Yes we can

  • Just do it

  • Acqua Lete, l'acqua che elimina l'acqua (acqua 3 volte)

  • Liscia, gasata o Ferrarelle?


Anche le ripetizioni aiutano (repetita iuvant dicevano i Romani).


Il libro dà spiegazioni psicologiche, antropologiche e psicanalitiche. Noi non ce ne occupiamo.

Le 7 emozioni

 (1.1.3)

Un testo finalizzato al marketing può basarsi anche sulle sette emozioni di Jaak Panksepp. L'espressione corretta, usata da lui, è “i sette sistemi affettivi di base”.


Vediamoli.


  1. Ricerca. Far sì che le persone si chiedano a che cosa possa servir loro un servizio o un oggetto e quale motivazione le spinge a ricercarlo.

  2. Collera. C'è una frustrazione che il prodotto/servizio può risolvere.

  3. Paura. Quali sono le paure che l prodotto/servizio può aiutare a risolvere?

    Esempio-->paura: ladri, prodotto: sistema d'allarme.

  4. Desiderio. Questo si può declinare in due modi

  • Come può il mio prodotto far raggiungere al cliente ciò che desidera?

    Esempio--> Desiderio: un corpo più tonico, prodotto: palestra.

  • Creare un legame affettivo con il brand.

    5 Cura. In che modo il prodotto si prende cura dell'acquirente o dei suoi cari?

    Esempio: servizi di assistenza domiciliare (badanti)

    6. Panico/sofferenza. Quali sono le cause di panico o di sofferenza che il prodotto aiuta a risolvere? Quali sono le difficoltà che aiuta a superare?

    7. Gioco. A volte ci vogliono un po' di leggerezza e di giocosità.



Qualsiasi sia la leva emotiva, un testo di copywriting (ma anche una storytelling) deve motivare all'acquisto o comunque creare un interesse verso quel prodotto/servizio e/o quel brand e possibilmente creare un legame.


Leggere anche qui:

venerdì 21 maggio 2021

Il dispaccio di Ems

 

Il dispaccio di Ems.


Perché ci interessa? Perché dimostra come il linguaggio e il tono di voce influiscono sulla realtà.


https://aulalettere.scuola.zanichelli.it/come-te-lo-spiego/i-falsi-che-fecero-la-storia-il-dispaccio-di-ems/


Il dispaccio di Ems portò alla guerra francoprussiana.

La guerra francoprussiana  portò all'unificazione tedesca (Secondo Reich), caduta di Napoleone III e proclamazione della Terza Repubblica. In modo indiretto, portò alla Breccia di Porta Pia, alla presa di oma e a tutti quello che ne è conseguito (la battaglia di Sedan si combatté agli inizi di settembre, la Breccia di Porta Pia avvenne il 20 settembre. Il Papa e Roma erano protetti dalle truppe francesi.  Forse anche perché Eugenia, la moglie di Napoleone III, era molto cattolica?


Ah, ci sono anche i racconti di Maupassant.


Sarebbe interessante un what if.

Comunicazione per il sociale

 (4.4)

La riforma del Terzo Settore è iniziata nel 2017.

Gli enti e le associazioni del Terzo Settore “devono svolgere in via esclusiva o principale una o più attività di interesse generale […] per il perseguimento, senza scopo di lucro, di finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale”.


Senza scopo di lucro non significa gratis riguarda la distribuzione degli utili e il discorso retribuzione è lungo e questo blog si occupa d'altro.


Dal nostro punto di vista, la comunicazione del Terzo Settore rischia di confomndersi con quella di altri settori che si occupano degli stesso temi : quella isituzionale per le politiche sociale, per la prevenzione, per l'ambiente, per la promozione sociale per la promozione di stili di vita corretti; quella di aziende o di politici/partiti che hanno a cuore questi temi eccetera.


Gli errori di comunicazione che fa chi opera nel Terzo settore sono soprattutto nello stile e nel tono di voce. Eccesso di:


  • Vittimismo

  • Buonismo

  • Politically correct

  • Conformismo

  • Benaltrismo

  • Paternalismo

  • Autorefenzialità


E poi:


  • Frasi fatte

  • Luoghi comuni

  • Burocratese



è anche vero che si parla di loro solo in casi eccezionali. Ultimamente se ne è parlato anche male (ong).



La comunicaziome in questo ambito deve far vedere la vision, la mission, i valori e la storia di quell'associazione o ente.


Occorre rispettare il pubblico. E soprattutto


  • Esprimersi in modo chiaro

  • Citare le fonti

  • Non discriminare



Lo storytelling può aiutare molto.



È un ambito in cui il transmedia storytelling può funzionare bene.



Qualche anno fa ho assistito a un congresso sul fundreasing. Il relatore, Paolo Cevi, ha


  • Dato uno spunto eccezionale per il rabbit hole: un anello per domarli, un anello per trovarli, un anello per ghermirli e nel buio incatenarli. Tradotto: anche fare un omaggio può aiutare. (vale anche per il mondo profit).

  • Fatto la differenza tra le attività di una volta e quelle di oggi. Un tempo aprivi, la gente ti vedeva e veniva da te. Oggi è più difficile, oggi occorre comunicare, fare seo eccetera

  • La gente ha bisogno di fare del bene, le piace

giovedì 20 maggio 2021

Comunicazione medico scientifica

 (4.1)

La comunicazione medico scientifica di tipo divulgativo, cioè non indirizzata agli addetti ai lavori, deve stare in un punto di equlibrio tra un tecnismo estremo e una banalizzazione.


La terminologia è piena di sigle e di parole ed espressioni inglesi. Non si dice di non usarle, ma di spiegarle. Un testo deve poter essere compreso anche da chi non è del settore.


A questo proposito, è opportuna una conoscenza fluente dell'inglese (conosciamo i danni che può fare la traduzione automatica o una traduzione approssimativa o, peggio ancora, sbagliata).


Archiviato il discorso lessicale, parliamo dello scopo.


Il più importante è arginare il fenomeno delle fake news che si stanno diffondendo sempre di più.

Ricordate tutte le cose che sono state dette nella prima fase del Covid-19?


Di pari passo occorre contrastare i santoni, i guaritori e quelli che scoprono cure miracolose ma non vogliono sottoporle al controllo della comunità scientifica.

Ritorna il problema delle fonti.

Come si fa a sapere se una fonte è attendibile? Si controllano Honcode per i siti e indici come Impact Factor, Citation Index, Sjr e H-Indee,

Anche gli atti dei congressi sono fonti attendibili (ma deve essere un congresso serio, quello dei terrapiattisti o della dittatura sanitaria non valgono).


Ci sono poi le banche dati come  Pubmed, Embase, i depositi di informazioni come le Cochrane Library, il sito del Ministero della Salute, dell'Aifa, dell'Ema, delle case farmaceutiche.


E gli esperti.


C'è anche lo scopo di denunciare le storture della sanità. Verificando che sia vera.


Il giornalista (o chi per lui) deve seguire quanto previsto dal Testo Unico dei doveri del giornalista.

Il libro parla del 2016, ma il testo più recente è di quest'anno (2021). In particolare, l'articolo 6 dice:


Articolo 6

Doveri nei confronti dei soggetti deboli. Informazione scientifica e sanitaria

Il giornalista:

a) rispetta diritti e la dignità delle persone malate o con disabilità siano esse portatrici di menomazioni fisiche, mentali, intellettive o sensoriali, in analogia con quanto già sancito per i minori dalla «Carta di Treviso»;
b) evita nella pubblicazione di notizie su argomenti scientifici   un sensazionalismo che potrebbe far sorgere timori o speranze infondate avendo cura di segnalare i tempi necessari per ulteriori ricerche e sperimentazioni; dà conto, inoltre, se non v’è certezza relativamente ad un argomento, delle diverse posizioni in campo e delle diverse analisi nel rispetto del principio di completezza della notizia;
c) diffonde notizie sanitarie e scientifiche solo se verificate con fonti qualificate sia di carattere nazionale che internazionale nonché con enti di ricerca italiani e internazionali provvedendo a evidenziare eventuali notizie rivelatesi non veritiere;

d) non cita il nome commerciale di farmaci e di prodotti in un contesto che possa favorirne il consumo e fornisce tempestivamente notizie su quelli ritirati o sospesi perché nocivi alla salute.

Non tutte le riviste sono attendibili, Un articolo pubblicato a pagamento non ha molta valenza scientifica.

Su alcuni temi non c'è un dibattito scientifico, ma un pensiero accettato e condiviso dalla comunità scientifica e qualche posizione critica sporadica.

Ad esempio, sul cambiamento climatico. Se ascoltate Life Gate Radio e siete fortunati, potete sentire una spiegazione.

Una volta, un presentatore ha invitato 99 scienziati che sostenevano un'idea e 1 che  sosteneva la tesi opposta per far capire che non c'è un dibattito (fonte Barbascura X),


martedì 18 maggio 2021

Editing e correzioni

 

Quando si finisce di scrivere un testo, bisogna correggerlo.

Se lavoriamo da soli, possiamo farlo da soli. Altrimenti, affidiamolo a un altro.

L’ideale sarebbe riuscire a fare entrambe le cose, ma spesso “tempus fugit”.

 

Attivate il correttore automatico (F7 o un comando). Ma ricordate che è una macchina e quindi state attenti a non correggere cose giuste. Ad esempio, se non conosce una parola, ve la segnala come errore. Spesso vi dà dei suggerimenti. Sicché, se  lo usate male, rischiate di mettere una parola che non c’entra.

Oppure, vi sconsiglia di far iniziare una frase con una congiunzione. Ma noi sappiamo che a volte è concesso: lo ha detto anche l’Accademia della Crusca.

Quando lavoravo al giornale il mio caporedattore mi ha insegnato che è meglio correggere su cartaceo, soprattutto se il testo è abbastanza lungo (anche 2000 battute).

Un altro problema delle correzioni è che si rischia di vedere gli errori all’ultima riga e di non vedere quelli che il lettore nota prima, cioè quelli nel titolo e simili.

 

Invece, l’editing dei libri è un po’ diverso dalla correzione. Certo, non può prescinderne, ma va oltre. Il suo scopo è rendere il testo quasi perfetto. Ho aggiunto quasi perché ci sarà sempre un po’ di insoddisfazione. C’è sempre il pensiero che si sarebbe potuto fare meglio. Ma a un certo punto bisogna dare l’ultima lettura e scrivere alla redazione “visto si stampi”.  Lo deve fare l’autore.

Il più delle volte l’editor segnala le criticità all’autore per fargliele correggere. Si instaurano così un dialogo a distanza e una sinergia.

Il  problema è che gli scrittori si innamorano dei propri testi e li reputano perfetti.

Gli editor  devono capire i fattori cui un autore tiene di più.

 

 

domenica 16 maggio 2021

Fattori penalizzanti

 


Un tempo alcuni blogger scrivevano parole con lo stesso colore dello sfondo.


Era una tecnica usata per attirare traffico verso un sito.


Chi cercava quella parola finiva su quella pagina anche se l'articolo parla di tutt'altro. Le persone non vedevano le parole ma i motori di ricerca sì.


Poi Google ha imparato e adesso penalizza chi utilizza questa tecnica.



Un'altra cosa che a Google non piace sono i contenuti copiati (dicono).

Non copiate, siate originali. E se copiate, personalizzate il testo e, se potete, citate la fonte.


Una terza cosa che a Google non piace è il keyword stuffing, ovvero la ripetizione eccessiva delle parole chiave. Bene inteso: spesso viene fatta in buona fede.


Se utilizzerete dei plug in, ve lo segnaleranno.


Abbiamo detto che la % di utilizzo della kw in un testo deve andare dallo 0.5%, al 2%, 2.5%.

In realtà, la parola chiave ci deve essere, si deve anche vedere, ma non deve pesare troppo. Deve essere un po' come le spezie in cucina.


Dopo aver scritto un testo, se avete tempo, rileggetelo. Deve essere scorrevole e gradevole. Se siete di quelli che non sanno giudicare una cosa fatta da loro, fatela rileggere da qualcun altro.


La sicurezza della password

Ciao, sapete che è possibile effettuare test per verificare la sicurezza digitale della vostra password? Questo articolo è rivolto a colo...