Un articolo giornalistico dovrebbe seguire la regola delle 5 w (who, what, why, where e whene) cui si può aggiungere la sesta, hoW, come.
Come nella seo, bisogna che il lettore abbia subito chiaro di che cosa si sta parlando. Tuttavia, nel corso dell’articolo possiamo approfondire.
Anche la chiusura è importante.
Verifichiamo le fonti. Se c’è una controversia, uno scontro eccetera cerchiamo di sentire (e di dar voce a) entrambe le parti.
Le notizie di solito arrivano grezze (lanci di agenzia, informatori. Rete, testimonianza diretta): vanno “cucinate”. Lo spazio (sul giornale o sul sito, il numero di battute o di parole) e i tempi (di consegna e di chiusura del giornale) sono fattori importanti. Ma anche la stanchezza, la fame, la sete, il calo di zuccheri incidono.
Non ci sono solo le notizie: ricordiamo i fondi, gli editoriali, gli elzeviri e le interviste. Le interviste sono difficili da rendere per il rapporto lingua parlata/testo, che sappiamo essere difficile.
I paragrafi suddividono il testo.
I titoli creativi sono belli, ma non sempre vengono. Accettiamolo.
In molte redazioni chi fa il titolo non è chi ha scritto il pezzo. In quelle piccole, dipende. Ho rischiato una querela per un titolo che non avevo scritto io.
Dopo aver finito facciamo o facciamo fare un controllo e una correzione.
Rispettiamo la deontologia e le varie carte (soprattutto quella di Treviso, che riguarda i mimori)